La storia del ristorante fiorentino vittima di una shitstorm organizzata da un gruppo facebook

Era il 27 gennaio quando il ristorante fiorentino e gluten free Quinoa ha registrato sulla propria pagina facebook un aumento di recensioni negative.

Alle prime non hanno fatto molto caso. Ogni ristorante prima o poi deve avere a che fare con clienti che non apprezzano la loro cucina (i latini dicevano de gustibus non est disputandum), poi le recensioni negative sono aumentate. Erano vittime di una shitstorm, una “tempesta di letame”.

L’attacco del gruppo facebook

Paola Monticelli, che cura i profili social del ristorante, confessa che prima pensava a uno scherzo sciocco organizzato da un gruppo di ragazzini, ma la situazione degenerava. La shitstorm non si fermava e sembrava quasi essere organizzata.

A chiarire ogni dubbio è un tweet della giornalista Selvaggia Lucarelli, indirizzato proprio a loro. “L’ultima modo dei gruppi fb: rovinare la reputazione dei ristoranti”.

I componenti del gruppo facebook segnalato da Lucarelli hanno organizzato una strategia online, commentando negativamente, e insultando. Il danno ormai era fatto. Impossibilitati a proteggersi completamente, lo staff del Quinoa non ha potuto che segnalare i commenti più osceni, ma molti sono rimasti sulla pagina. Facebook purtroppo non è in grado di aiutare e tutelare al 100% gli utenti da shitstorm, si possono solo segnalare i commenti più volgari.

Proteggersi dalla bad reputation è fondamentale per un’azienda. Come si è visto nel caso del Quinoa, basta che un utente inizi a scrivere e insultare che viene seguito a ruota, protetti dall’anonimato che il web garantisce. Selvaggia Lucarelli dice:

“Le shitstorm sono incitamento all’odio e cyberbullismo, fate attenzione, molta attenzione. Sono reati”.

Shitstorm vs Goodstorm: la solidarietà degli utenti

A causa di questa shitstorm il Quinoa è sceso da una votazione di 4.9 su 5 a 3.6. Se l’intento degli haters  era quello di far colare a picco un’attività, non ci sono riusciti. Grazie alla segnalazione di Selvaggia Lucarelli molti utenti hanno risposto con una goodstorm che ha fatto riconquistare al locale la valutazione di 4.9 su 5. La shitstorm ha scatenato una vera e propria valanga di commenti di incoraggiamento e pieni di solidarietà.

Il gruppo dark polo 777, per questa iniziativa avrebbe dovuto battezzarsi in modo più coerente alla sua credibilità. Come Banda Bassotti, per esempio. Ma hanno trovato uno “Zio paperone” ben difeso. La solidarietà di clienti e colleghi ha completamente vanificato l’intento del gruppo.