Tutti siamo caduti nella “trappola” del clickbaiting. Ecco cos’è e perché non è la scelta giusta per il tuo social marketing

Avete presente quando, scorrendo sulla News Feed di Facebook, leggete “Non posso credere che cosa è successo! Leggete l’articolo per saperne di più”, e poi puntualmente vi ritrovate delusi dal contenuto trovato? Ecco questo è un esempio del fenomeno chiamato “clickbaiting“. Letteralmente “Esca da click” il suo obiettivo è quello di incrementare il numero di visitatori tramite la condivisione sui social network. Punta sul sensazionalismo facendo leva sulle emozioni degli utenti, raccontando in maniera strumentale e distorta i fatti. I contenuti spesso si rivelano diversi dal titolo o da post pubblicato sul social, oppure non è affatto esaustivo e lascia l’utente insoddisfatto.

Per arginare questo fenomeno sempre più dilagante di acchiappa-click, Facebook si muove da qualche anno per proteggere i suoi utenti.

Facebook vs Clickbaiting: ecco come verremo tutelati

Facebook presta molta attenzione al valore dei suoi contenuti. Per questo monitora da qualche anno la qualità delle notizie dei post che vengono pubblicati. Il suo algoritmo valuta come post interessanti tutti quelli che vengono visualizzati di più. Proprio per arginare il dilagare di contenuti fallaci o “vuoti”, non basta più il semplice click per “scalare le classifiche”. Verranno monitorati infatti due aspetti della navigazione degli utenti.

Tempo di permanenza

Per capire se il contenuto postato sia veramente interessante, quale miglior modo se non valutare il tempo che l’utente trascorre nel sito? Se il tempo trascorso dopo aver cliccato il link sarà breve, significherà che il contenuto non era all’altezza delle aspettative.

Azioni post lettura

Un altro fattore che verrà tenuto in considerazione è cosa farà l’utente dopo aver letto il contenuto. Se metterà mi piace, lo commenterà o lo condividerà, vorrà dire che il contenuto è interessante, quindi di valore.

Clickbaiting nel Social marketing: perché è nocivo per la tua azienda

Chiunque abbia un’attività sa quanto sia importante la campagna di social marketing. Ovviamente il suo scopo è quello di portare clienti e visualizzazioni al sito dell’azienda e ci sono molte strategie per farlo.

Ma allora come distinguere un contenuto clickbaiting da uno “onesto”?
Come abbiamo già detto, la risposta è il contenuto. Se è esaustivo,  l‘utente non si sentirà raggirato e leggerà con piacere il vostro contenuto. Distorcere i fatti, puntare sul sensazionalismo, l’emotività e la curiosità solo per incrementare le visualizzazioni danneggerà la vostra reputazione online. Un contenuto del genere può portare molte visualizzazioni al momento. Ma sarà solo questione di tempo prima che l’utente, ricordandosi dei precedenti post, non segua più il link o la pagina. Si perderanno in breve visualizzazioni e potenziali clienti che perderanno fiducia in voi e nel vostro brand.

Vale la pena perdere l’utenza per i “quindici minuti di gloria” che può dare un post clickbating? No, ovvio che no. Molto meglio quindi ridurre il numero di contenuti, per poterli rendere interessanti ed esaustivi. Non perdetevi in contenuti sensazionali solo per avere visualizzazioni, rischiando così di perdere la stima dei vostri clienti. Quindi, quando ci metteremo a pianificare la nostra campagna social, ricordiamoci di quel vecchio detto che dice: “pochi ma buoni”.