Rientro dalle vacanze è sinonimo di buoni propositi. Tra questi figurano i contenuti da evitare sui social: scopriamo cosa non pubblicare sui social.

Con l’inizio di settembre sono tutti rientrati dalle ferie estive. E con la fine di agosto è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e prendere tutti i buoni propositi che avevamo lasciato programmato per settembre. Tra i buoni propositi figura anche migliorare la presenza sui social della tua azienda? Allora iniziamo senza stress scoprendo cosa non pubblicare sui social e quali sono i contenuti da evitare sui social media.

Migliorare la social reputation: cosa non pubblicare sui social media

Le piattaforme social sono uno dei mezzi più potenti per comunicare con gli utenti. Una social reputation impeccabile consiste nel gestire i proprio canali network seguendo alcune best practice ed evitare alcune tipologie di contenuti che potrebbero danneggiare la tua comunicazione sui social o renderla inefficace.

 

Vuoi conoscere una reputazione online?

1. Contenuti troppo commerciali

Convertire sui social è ok, ma attenzione. Farlo troppo spesso, pubblicando in continuazione post troppo commerciali si corre il rischio che l’utente smetta di seguire la pagina o che “non veda più” i post, ignorandoli completamente. Agli utenti piace ricevere informazioni, rilassarsi e divertirsi sui social. Pressarli con post promozionali potrebbe rovinare il rapporto che l’azienda vorrebbe instaurare con i propri clienti.

I post per la conversione dovrebbero essere quindi ben dilazionati nel tempo e alternati con post divulgativi/creativi/virali a seconda dell’esigenza del tuo brand.  Prima di iniziare a pubblicare studiate un calendario editoriale, all’occorrenza chiedendo consulenza a un social media manager esperto.

2. Meme

Lo sappiamo bene quanto i meme siano divertenti. Gatti da espressioni buffe, dinosauri perplessi, bambine arrabbiate e tanto altro. I meme sono i contenuti virali per antonomasia e strappano sempre una risata. Ma possono essere usati per una pagina social di un brand? Purtroppo non c’è una risposta definitiva, dipende dal tipo di linguaggio adottato fin’ora sui social e dalla reputazione online dell’azienda.

Se il tono utilizzato fin’ora è scherzoso, leggero e ironico allora sì. Possiamo utilizzare i meme del momento declinandoli con la realtà aziendale. Usarli, ma cautamente: se i primi post con meme riscuotono successo, a seguire l’attenzione dell’utente e il suo divertimento può scemare pericolosamente. Il motivo? Utilizzando immagini virali che spopolano sui social si rischia di spersonalizzare l’azienda. Meglio un post che riscuote meno like o condivisioni, ma che sia autoprodotto e che parli della vostra realtà piuttosto che un meme trito e ritrito.

3. Hashtag

Contenuti con troppi hashtag possono rendere difficile la lettura del post. Sebbene siano importanti per far trovare il tuo post a persone interessate, metterne troppo diluiranno l’importanza di quelli fondamentali. Un consiglio? Uno o due (massimo tre) per Facebook e Twitter. Su Instagram possiamo metterne un po’ di più, senza eccedere. Dai cinque ai dieci hashtag ben ponderati avranno risultati migliori che trenta che appesantiscono solo la descrizione.

4. Diversi canali, stesso contenuto

Un errore molto comune è quello di utilizzare lo stesso contenuto per i diversi canali social. Facebook, Instagram, Twitter e Linkedin sono i social media più utilizzati dalle aziende, ma hanno caratteristiche diverse e tipologia di contenuti diversi.

Gli utenti su Facebook preferiscono post divulgativi (a volte anche lunghi), in cui immagine e descrizione si completano a vicenda. Instagram invece è prettamente visual: la descrizione passa in secondo piano ed è letta solo in poche occasioni. Al contrario Twitter preferisce un contenuto scritto: è la parola che viene prima, mentre l’immagine passa in secondo piano o può essere assente. Linkedin invece preferisce un tono professionale, un registro più alto e contenuti più approfonditi.

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